Jakkai Siributr. Cultura (im)materiale
Cultura (im)materiale è la prima personale in Italia del noto artista thailandese Jakkai Siributr (23 ottobre 2025-18 gennaio 2026), allestita presso MAD e presso il Museo di Antropologia e Etnologia dell’Università degli Studi di Firenze.
L’esposizione si propone come una retrospettiva sull’opera trentennale dell’artista ma anche come esposizione site-specific che intreccia Oriente e Occidente, memoria e contemporaneità.
Tessuti raffinati e ricami preziosi tradotti in installazioni monumentali, a fianco di ricami e manufatti collettivi, elaborati in workshop e dialoghi con le donne delle nostre comunità: una mostra unica che indaga la memoria femminile e le pratiche partecipative, intrecciando le tradizioni tailandesi con le donne del territorio toscano.
Jakkai Siributr (Bangkok, 1969) lavora con il tessuto attraverso un uso iconico del ricamo, del cucito e del quilting ed è considerato internazionalmente come uno dei più importanti rappresentanti dell’arte tessile, una forma d’arte tradizionalmente legata al genere femminile.
La peculiarità della pratica di Jakkai è costituita dalla combinazione di lavoro individuale e relazionale. Interessato infatti ai rapporti umani, allo scambio di esperienze e di storie, talvolta traumatiche, l’artista lavora spesso collettivamente, intercettando comunità principalmente femminili e fragili, con cui realizza sessioni di cucito. Esemplare al riguardo è l’installazione ambientale There’s no Place (2019-in corso), costituita da circa cento pezzi di stoffa ricamati assieme a giovani Shan esiliati dal Myanmar, scelta per essere esposta a MAD.
La pratica del cucito è intesa dall’artista come meditativa e terapeutica, ma anche quale strumento partecipativo per dare voce a narrazioni minori, taciute, mnemoniche o ereditarie. I risultati finali dei laboratori combinano tradizione e approccio contemporaneo, attraverso la sovrapposizione e la sperimentazione di tecniche e tipologie di stoffe, talvolta assemblate con vecchi indumenti, tessuti e oggetti personali appartenuti ai partecipanti.
Presso MAD Murate Art District, sarà possibile osservare per la prima volta in Italia sia una selezione di opere - tra arazzi, abiti e installazioni ambientali - prodotte dal 2014 ad oggi, sia il doppio lavoro collettivo che l’artista è stato invitato a realizzare assieme alle comunità femminili con trascorsi migratori di Nosotras e Casa delle Donne, ma anche con la nutrita comunità femminile afferente al progetto realizzato dal Comune di Barberino Tavarnelle per trasferire le conoscenze antiche del “Punto Tavarnelle”, in una logica di trasmissione inter-generazionale dei saperi e delle pratiche di alto artigianato. Per questa occasione, Jakkai si è dunque confrontato con i percorsi di queste due diverse comunità femminili, con l’eredità di Galileo Chini, la sensibilità degli studenti e del pubblico, lavorando sulla creatività di ogni persona, tra condivisione di memorie, esperienze, sogni e tensioni, materiali e immateriali.
L’esposizione si propone come una retrospettiva sull’opera trentennale dell’artista ma anche come esposizione site-specific che intreccia Oriente e Occidente, memoria e contemporaneità.
Tessuti raffinati e ricami preziosi tradotti in installazioni monumentali, a fianco di ricami e manufatti collettivi, elaborati in workshop e dialoghi con le donne delle nostre comunità: una mostra unica che indaga la memoria femminile e le pratiche partecipative, intrecciando le tradizioni tailandesi con le donne del territorio toscano.
Jakkai Siributr (Bangkok, 1969) lavora con il tessuto attraverso un uso iconico del ricamo, del cucito e del quilting ed è considerato internazionalmente come uno dei più importanti rappresentanti dell’arte tessile, una forma d’arte tradizionalmente legata al genere femminile.
La peculiarità della pratica di Jakkai è costituita dalla combinazione di lavoro individuale e relazionale. Interessato infatti ai rapporti umani, allo scambio di esperienze e di storie, talvolta traumatiche, l’artista lavora spesso collettivamente, intercettando comunità principalmente femminili e fragili, con cui realizza sessioni di cucito. Esemplare al riguardo è l’installazione ambientale There’s no Place (2019-in corso), costituita da circa cento pezzi di stoffa ricamati assieme a giovani Shan esiliati dal Myanmar, scelta per essere esposta a MAD.
La pratica del cucito è intesa dall’artista come meditativa e terapeutica, ma anche quale strumento partecipativo per dare voce a narrazioni minori, taciute, mnemoniche o ereditarie. I risultati finali dei laboratori combinano tradizione e approccio contemporaneo, attraverso la sovrapposizione e la sperimentazione di tecniche e tipologie di stoffe, talvolta assemblate con vecchi indumenti, tessuti e oggetti personali appartenuti ai partecipanti.
Presso MAD Murate Art District, sarà possibile osservare per la prima volta in Italia sia una selezione di opere - tra arazzi, abiti e installazioni ambientali - prodotte dal 2014 ad oggi, sia il doppio lavoro collettivo che l’artista è stato invitato a realizzare assieme alle comunità femminili con trascorsi migratori di Nosotras e Casa delle Donne, ma anche con la nutrita comunità femminile afferente al progetto realizzato dal Comune di Barberino Tavarnelle per trasferire le conoscenze antiche del “Punto Tavarnelle”, in una logica di trasmissione inter-generazionale dei saperi e delle pratiche di alto artigianato. Per questa occasione, Jakkai si è dunque confrontato con i percorsi di queste due diverse comunità femminili, con l’eredità di Galileo Chini, la sensibilità degli studenti e del pubblico, lavorando sulla creatività di ogni persona, tra condivisione di memorie, esperienze, sogni e tensioni, materiali e immateriali.
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